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Il lavoro di Paola Risoli riesce nella non facile impresa di sintetizzare armonicamente, ad onta della apparente e quasi radicale difformità della soluzioni formali proposte, la sostanziale ambivalenza presente nella scena artistica attuale. L’artista piemontese vanta , nonostante la giovane età, un curriculum ricco di importanti partecipazioni in eventi pubblici e privati e, dopo una breve pausa di riflessione, il suo progetto artistico sta tornando prepotentemente alla ribalta. I suoi lavori apparentano Paola Risoli a quello che è stato a parer mio l’ambito di ricerca più significativo dell’Italia degli anni’90, attualissimo e giustamente rivalutato ai giorni nostri, definito come “concettualismo ironico”. Si tratta di un nucleo di artisti solo occasionalmente e prevalentemente all’estero apparentato da logiche di gruppo, caratterizzato da opere connotate da un estroso eclettismo, con ampio spazio concesso alla decorazione ed alla pittura, formulate con modalità analitiche e concettuali, oppure come supporto di “primarietà “ ad un ampio repertorio “secondario” oggettuale. Opere di notevole equilibrio formale ma anche di grande fascino visivo ed impatto ed in grado di reggere prove inconsuete, come testimoniato assai di recente dall’installazione di due lavori permanenti all’esterno collocati nella cornice di due delle molte “finestre cieche” che caratterizzano il paesaggio architettonico del Museo d’Arte Urbana di Torino.
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