Titolo opera
BLACK

Immagine principale
Image
Nome artista
180 & C.T.
Anno realizzazione
2012
Indirizzo opera
Parco Michelotti (Corso Casale 15)
Circoscrizione
1
Quartiere
Borgo Po
Progetto / Iniziativa
Street Art Museum (SAM)
Scheda Opera / Tecniche / Materiali

Il nero è considerato un colore, anche se in realtà esso è esattamente l’assenza di colore. Il nero può essere definito come l’impressione visiva che viene sperimentata quando nessuna luce raggiunge l’occhio. Un pigmento nero, tuttavia, risulta da una combinazione di diversi pigmenti che insieme assorbono tutta la luce, di ogni colore. Questo porta a due descrizioni apparentemente opposte ma complementari del nero. Il nero è la mancanza di tutti i colori che formano la luce, oppure una combinazione di più colori di pigmenti. Quindi il nero è tutto e niente allo stesso tempo. Il nero è 108, rappresentante storico della street art italiana che ha costruito il proprio stile originale sulle forme irregolari (ovviamente riempite di nero) e CT che realizza disegni geometrici scombinando le due lettere che compongono la sua firma. E state certi che seppur si tratta di nero e nonostante i diversi pigmenti che lo compongono assorbiranno tutta la luce, se un giorno vi capiterà di trovarvi di fronte a questa parete, la luce raggiungerà comunque i vostri occhi.

Scheda artista

Dall'enciclopedia Treccani "108. - Pseudonimo di Guido Bisagni (n. Alessandria 1978). Storico esponente della scena italiana dell’arte urbana, laureato in disegno Industriale presso il Politecnico di Milano, è considerato uno dei primi e maggiori esponenti del post-graffitismo astratto a livello nazionale ed europeo. Si avvicina al mondo dei graffiti all’età di tredici anni, accedendovi dalla cultura punk-rock e dalla pratica dello skateboard piuttosto che dal più comune indirizzo hip-hop. I suoi interventi nelle strade di Alessandria si avvicinano in un primo momento allo stile americano più tradizionale, con qualche sperimentazione sulla via del tridimensionale proposto dalla scena svizzera e tedesca, per poi successivamente conoscere gli stili nordici più avanguardistici. Nel 1999, influenzato dal superamento dell’idea comune di graffiti operata dal mondo transalpino (André; Stak; Honet) abbandona il lettering tradizionale per dedicarsi a formule espressive più distintive e caratterizzanti, come sottolinea anche il passaggio allo pseudonimo 108, nome de-personalizzante derivato da una combinazione di interessi nelle filosofie orientali e nella geometria. Segni, simboli, materializzazioni astratte dalle sembianze organiche compongono il suo nuovo immaginario poetico e spirituale, nel cui concepimento subentrano contaminazioni di fonti differenti, dall’astrattismo delle avanguardie storiche alla causalità dadaista di H. Arp, dalla numerologia alla pittura primitiva. La componente sciamanica delle religioni orientali e la teoria dei colori di Kandinskij sono apporti fondamentali per costruire un discorso attorno a queste forme morbide, eteree e pesanti allo stesso tempo, non tanto nel verso del loro portato estetico, pur molto presente, quanto nella loro intimità universale. Dopo una prima fase caratterizzata dall’uso di pellicole adesive dalle accese tonalità gialle, l’artista di Alessandria trova una dimensione più propria nella completa dedicazione al nero, inteso come via maestra alla profondità introspettiva.  Nel novero delle numerose personali e collettive, nazionali ed internazionali, assumono particolare risalto le partecipazioni alla fondamentale “Nusing” di Parigi (2004), la prima grande esposizione sul post-graffitismo europeo, e nel 2007 alla 52esima Biennale di Venezia."

Bibliografia

Cambareri Carmelo, "Street Art Museum - La rinascita dell'ex zoo di Torino", ed. Bordergate, Torino 2013

Fornitore dei contenuti / autore foto

Associazione BorderGate - foto di Pasquale Colaci © 2013 
 
torna all'inizio del contenuto