Titolo opera
Svarioni
A chiunque gli chiede che tipo di disegni realizza, Halo Halo risponde sempre allo stesso modo, con un’unica parola: “Svarioni!”. E a guardare il suo disegno e soprattutto, la parete sulla quale è stato impresso, dal basso verso l’alto con il naso rivolto verso il cielo, di svarioni se ne vedono e se ne avvertono davvero tanti. Halo Halo ha lasciato il segno su un soffitto, sulla bocca di SAM (l’ingresso del parco), ha decorato le labbra di SAM con un rossetto, con il suo pattern caratteristico fatto di ghirigori celesti su fondo bianco. Quasi come se fossero scarabocchi infantili, i disegni intrecciati rimandano senza dubbio all’inconscio e a tutto ciò che rappresenta il lato oscuro, sconosciuto e alternativo della mente umana. Fuori dagli schemi, lontano dai ritratti ben definiti, dalle ombre e dai colpi di luce. Un’esplorazione e una ricerca continua perpetrata attraverso gli svarioni perché, come diceva Friedrich Nietzsche, occorre avere un po’ di caos in sé per partorire una stella danzante.
Halo Halo, classe ’84, ha cominciato a disegnare a scuola durante le ore di filosofia che lo annoiavano: “Appuntavo solo la data e il nome del filosofo oggetto della lezione, e poi scrivevo in falso arabo o cirillico, allenandomi e sperimentando il tratto, ciò che più mi piace e interessa nel disegno, al di là del supporto su cui viene fatto”
Cambareri Carmelo, "Street Art Museum - La rinascita dell'ex zoo di Torino", ed. Bordergate, Torino 2013
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